15/10/2013
In Danimarca finisce in parità in Champions come la scorsa stagione col Nordsjaelland. L'attaccante napoletano risponde a Jorgensen, poi le parate di Wiland e i tanti errori sottoporta costringono al pari i campioni d'Italia.
Non uno spettacolo pirotecnico l’esordio della Juventus in Champions League. La squadra di Antonio Conte esce dal Parken con lo stesso risultato di un anno fa, quando l’avversario fu il Nordjaelland, squadra di un paesone della periferia di Copenhagen, che si era inserito nel tradizionale dominio della squadra della capitale, tornata in sella (anche se nella serie A danese ora arranca). Lo stadio, infatti, è pieno, a differenza del 2012. La squadra del norvegese Solbakken costringe la Juventus a 1-1 finale che urla vendetta, tremenda vendetta, per le occasioni sprecate dai bianconeri (o neutralizzate dal portiere svedese Johan Wiland, eroe del match) nel secondo tempo. Anche un anno fa la Juventus a Stamford Bridge cominciò di rimonta, ma quelli erano i Campioni d’Europa, quella era la Premier League. Questi sono undici gregari che riescono a segnare (con Jorgensen) su palla ferma, con Ogbonna e Chiellini (ma anche gli altri) distratti e per un tempo sembrano una formazione brasiliana. Ma è l’atteggiamento sostanzialmente flaccido della Juve a renderli chissà che.