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"Giocare da uomo", l'autobiografia di Javier Zanetti

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21/10/2013

Il capitano nerazzurro si racconta nel nuovo libro appena uscito edito da Mondadori. Curiosità, segreti, storie mai raccontate e aneddoti su vent'anni di carriera nerazzurra

In questo libro Javier Zanetti - con l'aiuto di Gianni Riotta - si racconta lasciando negli spogliatoi la timidezza e parlando "a tutto campo" dell'Inter, del triplete, di Mourinho, dell'infanzia difficile a Buenos Aires, della famiglia e dei valori in cui crede perché, per correre dietro a ragazzi che hanno la metà dei tuoi anni, non basta avere fiato, ci vuole il carattere di un vero uomo.

 

 

200 pagine per raccontare la storia di una leggenda nata a Buenos Aires che è riuscita a polverizzare ogni record del calcio italiano. Giocatore in attività e straniero con più presenze in serie A, il più presente nella storia dell'Inter e quello che ha giocato più partite consecutive in nerazzurro, 137. E' anche il recordman di presenze con la nazionale argentina, 145 partite con la seleccion albiceleste. Sacrificio come parola d'ordine, lavoro e tanti ricordi. Come quando prima di iniziare la carriera da calciatore faceva il muratore insieme a suo padre: "Lavorare con mio padre e vedere i suoi sacrifici ha fatto sì che io accogliessi in maniera importante ogni cosa che veniva dopo nella mia vita. Seguire i consigli dei miei genitori è stato fondamentale: studiare e poi fare quello che mi piaceva e inseguire il sogno che mi ha portato a essere quello che sono"

E poi le partite, infinite, e le vittorie, tantissime. Sedici trofei che lo rendono il più titolato della storia dell'Inter, un amore infinito che lo lega alla gente e alla città. "E' un amore che penso rimarrà tale. Non smetterò mai di ringraziare la famiglia Moratti e i tifosi per tutto l'amore che mi hanno dato dal primo giorno. L'Inter è un'altra famiglia che amo davvero. Siamo una grande famiglia, nel bene e nel male. Quando non arrivavano i trofei che tutti aspettavano siamo rimasti comunque fieri della nostra dignità, siamo andati avanti così e alla fine i successi sono arrivati". Soprattutto quello nella notte di Madrid, una Champions League inseguita con fame e voglia di riportare il club nella storia. Per farlo è servita una guida come Josè Mourinho, condottiero che nel libro Javier racconta come vincente che cura tutti i dettagli. Pupi invece resta umile e nella sua biografia si dà un 7,5 come voto alla carriera, senza dubbi su quale sia il picco più alto.